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La sottile linea rossa tra feedback e giudizio

Il feedback è uno strumento di comunicazione semplice ed estremamente potente.


Ma non tutto ciò che chiamiamo “feedback” lo è davvero.


E gli effetti che si producono a livello ormonale e sui comportamenti del cervello sono notevolmente diversi.

Qualche indizio per cogliere le differenze.


Il giudizio mascherato da feedback lo riconosci perché è riferito alla persona, un indizio è l’uso del “sei…”, “non sei…”

La percezione è di minaccia e il cortisolo aumenta, facendoci entrare in modalità difensiva.

Il cervello, in stato di allerta, attiva i comportamenti difensivi: giustificazioni, alibi, spostamento del giudizio su cause esterne… 

L’esito è prevedibile: poca chiarezza, conflitto emotivo, zero cambiamento.


Il feedback lo riconosci perché è riferito ai comportamenti osservabili, un indizio lo trovi nell’uso del “hai…”, “fai...” 

La percezione è di invito alla collaborazione che stimola socialità e relazione: il cortisolo diminuisce, aumenta dopamina (capisco cosa e come correggere) e aumenta l’ossitocina (rinforzo sociale).

Il cervello attiva le funzioni esecutive, aumenta la lucidità, l’esplorazione e l’azione.

Esito: comprensione, impegno, azione, cambiamento.


Nel contesto attuale, di alta incertezza e rapido cambiamento, sapere come ci stiamo comportando e attivare l’apprendimento ci permettono di restare in carreggiata per arrivare a destinazione.


Proprio per questo siamo chiamati ad avere la massima attenzione sulla qualità della comunicazione e sugli effetti che produce.


Uso quotidianamente il feedback da svariati anni, nel tempo l’ho affinato, applicato in diverse modalità e situazioni con una costante: ha sempre generato cambiamento e risultati.


Tu, che tipo di feedback dai?

E che tipo di feedback ricevi?

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